L’idea imprenditoriale alla base dell’iniziativa è quella di utilizzare la canapa industriale (Cannabis sativa L.) come prodotto multifunzionale, in grado di fornire materie prime per applicazioni alimentari, nutraceutiche e farmaceutiche.
La coltivazione della canapa industriale nel territorio della Regione Marche, è legata attualmente all’impiego della fibra e del seme, da cui vengono ottenuti olio di canapa e farina.
Viste le oramai consolidate operazioni di estrazione di olio e farina dai semi, si vorrebbe procedere al recupero della pianta, sotto forma di trinciato, per la produzione di principi attivi quali il CBD che rappresenta il principale componente non psicotropo contenuto nella canapa industriale. Negli ultimi anni numerose ricerche hanno dimostrato importanti applicazioni terapeutiche del CBD nel trattamento di alcune patologie invalidanti quali sclerosi multipla, dolore neuropatico, epilessia, tumori, così come nausea, vomito, ansia, insonnia ed infiammazioni di vario tipo. Tra le altre proprietà del CBD vi è quella di modulare gli effetti negativi del THC.
Ad oggi la pianta di canapa non viene valorizzata nella sua interezza. In particolare, la separazione del CBD dalla materia prima seguito dalla sua purificazione permette di ottenere un prodotto esente da impurezze varie e THC, quindi assolutamente legale, e appetibile dal mercato farmaceutico e nutraceutico.
Nel presente progetto si procederà alla purificazione del principio attivo CBD a partire dalla materia prima, costituita dalle infiorescenze e altro materiale di scarto di alcune varietà di canapa industriale. L’estrazione dei cannabinoidi dalla canapa avverrà mediante la tecnica della macerazione a freddo impiegando il Rotavapor industriale Buchi R-220 Pro ed etanolo come solvente. Essendo quest’ultimo un solvente generalmente riconosciuto come sicuro (GRAS), il CBD ottenuto potrà essere impiegato anche a livello nutraceutico e farmaceutico.
Tale progetto nasce dalla collaborazione tra la coop. Canapa, che da anni si occupa della coltivazione della canapa, ed un gruppo di docenti e ricercatori della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università degli Studi di Camerino (UNICAM), maturata dopo anni di coltivazione, trasformazione e ricerca sui derivati della canapa.
La materia prima viene coltivata con metodo biologico dai soci della coop. Canapa. La canapa è una coltura eco-friendly, grazie alla sua capacità di sequestrare CO2 dall’atmosfera, quattro volte tanto rispetto agli alberi, e metalli pesanti dal terreno e può essere impiegata anche per la fitodepurazione.
Il CBD viene maggiormente richiesto dal mercato, stimolando man mano la produzione e la ricerca di metodi di estrazione sempre più efficaci ed ecosostenibili che permettano una maggiore marginalizzazione con l’ottenimento di elevate quantità e qualità di estratti.
Per l’estrazione del cannabidiolo viene impiegata l’intera pianta di canapa, rendendo di fatto redditizia la parte di coltura che al momento non ha valore economico. Le piante vengono trinciate e trasportate presso l’estrattore industriale a CO2 supercritica da cui viene ottenuto il principio attivo. Su questo prodotto verranno condotte analisi quali-quantitative che permetteranno di determinarne la purezza escludendo la presenza di impurezze e THC, permettendo quindi la sua libera vendita quale nutraceutico.
Durante il progetto si procederà con prove agronomiche per valutare la produzione di biomassa ed il contenuto di principio attivo. Verranno valutate quali varietà meglio si prestino all’estrazione del CBD. Rispetto ai tradizionali solventi utilizzati per l’estrazione, l’etanolo presenta una bassa tossicità e ciò ne permette il suo utilizzo anche a livello industriale. Inoltre tramite il rotavapor Buchi R-200 Pro l’etanolo utilizzato può essere distillato ed utilizzato per successive estrazioni, andando ad abbattere sensibilmente i costi del processo e di smaltimento dei solventi. Il prodotto ottenuto verrà analizzato in laboratorio e ne verrà valutata la purezza.
L’analisi di mercato è risultata favorevole all’introduzione e alla messa in commercio dei prodotti innovativi, realizzati a partire dai prodotti di scarto, in considerazione della crescente richiesta di prodotti ottenuti dalle piante officinali. Il ricorso a prodotti di origine naturale e certificati biologici è favorito dagli orientamenti della politica agricola comunitaria e nazionale, al fine di stimolare l'attuazione delle tecniche agricole a basso impatto e per la valorizzazione delle produzioni agricole e di qualità.